San Matteo: SOS ostetriche, sale parto a rischio stop

San Matteo: SOS ostetriche, sale parto a rischio stop

San Matteo: SOS ostetriche, sale parto a rischio stop

Ostetricia ha il fiato corto, e le sale parto rischiano il blocco. Sono tempi difficili quelli che sta vivendo il reparto al 9° piano del Dea. La causa è data dall’ormai cronica mancanza di ostetriche: ne servirebbero quattro in più, spiegano gli operatori, e quelle che già ci sono devono dividersi turni impossibili. Il risultato: il reparto fatica a tenere il ritmo.

I sindacati ora denunciano il rischio che l’attività ne risenta anche sotto il profilo della sicurezza. «I dipendenti sono allo stremo – sottolinea Marco Grignani, responsabile Uil San Matteo –. Da tempo abbiamo chiesto all’Azienda ospedaliera l’assunzione di nuove ostetriche, ma la situazione resta irrisolta. Anzi peggiora».

Attualmente in reparto lavorano 8 ostetriche sul turno di 24 ore e una su quello di 12, tutto ciò per 5 giorni alla settimana e con una presenza notturna. Nelle sale parto, invece, le ostetriche in servizio sono 19 sulle 24 ore, 2 sulle 12 e 1 sulle 6. «Ma le necessità sono altre – sottolinea Susanna Cellari di Uil Fpl Pavia –. Ne servirebbero 2 in più nelle sale parto, 1 al pronto soccorso ostetrico e 1 terza, sempre in appoggio alle sale parto. Attualmente le ore mensili lavorate dai dipendenti sono 150, quindi, la mancanza di personale porta a un deficit di 600 ore di lavoro al mese, sia in reparto che nel blocco parto. Chi rimane è costretto a saltare riposi e ferie. E la cosa, con l’arrivo del periodo estivo, non può che peggiorare».

Senza contare i problemi legati alla turnazione delle sale parto che, spiegano i sindacati «sempre a causa della mancanza di nuove ostetriche, già in fase di programmazione del turno ad inizio mese, viene redatta non rispettando i vincoli della normativa europea, creando così una commistione tra turno a norma e turno fuori norma». E aggiungono: «In sostanza c’è chi “riposa” secondo alcuni criteri e chi secondo altri. Ma è fondamentalmente sbagliato redigere un turno in fase di programmazione che risulti diversificato tra i vari professionisti: deve essere uguale per tutti».

«Oltre alle ostetriche, a mancare in corsia sono anche gli Oss (Operatori socio sanitari), soprattutto nelle sale parto, dove ne servirebbero due, e al pronto soccorso della divisione, dove spesso sono costrette a intervenire in aiuto le altre colleghe in servizio – concludono Grignani e Cellari –. Per ovviare a questo problema la soluzione potrebbe essere quella di costituire un intero turno di Oss da dedicare al Pronto soccorso ostetrico: in termini numerici, stiamo parlando di almeno 7 persone, oltre ai due che già mancano nelle sale parto».

di Donatella Zorzetto

Fonte: La Provincia Pavese - 24 marzo 2016

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