San Matteo, rosso da 46 milioni di euro

San Matteo, rosso da 46 milioni di euro

San Matteo, rosso da 46 milioni di euro

San Matteo, conti in rosso per 46 milioni di euro. E il policlinico rischia il commissariamento. La sezione controllo della Corte dei conti ha infatti dato nei giorni scorsi parere negativo all’approvazione del bilancio 2014 dell’ente da parte della Regione.

Se la Regione non approvasse il bilancio 2014 del San Matteo, invece del nuovo direttore generale arriverebbe a Pavia un commissario nominato dal Ministero della Salute. Il parere della Corte dei conti richiesto dalla Regione, tuttavia, non è vincolante: la Regione può sempre scegliere di fare diversamente, esplicitando le motivazioni della decisione. Ieri in Regione è stata dunque una giornata di trattative febbrili sull’ipotesi di commissariamento per il policlinico pavese: voci di corridoio dicono che Maroni sarebbe disposto anche a fare un passo indietro, resta l’incertezza sulla posizione del ministero.

«No comment», dicono i portavoce dell’amministrazione regionale. «Non ho nessuna comunicazione ufficiale né commenti da fare», afferma il presidente del San Matteo Alessandro Moneta. La delibera con cui la Regione approverà o meno il bilancio del San Matteo (che il Cda della fondazione ha approvato a settembre) è attesa per la prossima settimana.

Martedì sono fissate le nomine per i direttori generali degli Irccs (San Matteo, Istituto dei tumori, Besta e policlinico di Milano). Se il bilancio del San Matteo non sarà approvato scatterà il commissariamento ministeriale. Il nome del commissario dovrà essere deciso dal ministero della Salute d’intesa con la Regione.

Dei conti del policlinico in rosso la Regione si occupa da anni. Lo scorso maggio aveva bacchettato il San Matteo per una situazione finanziaria che la Regione stessa definiva “critica” nella delibera di giunta in cui veniva approvato il bilancio 2013. Il San Matteo aveva sforato infatti tra il 2009 e il 2012 quasi 33 milioni di euro il budget previsto. L’ok al bilancio 2013 era vincolato a una serie di prescrizioni: la Regione chiedeva al San Matteo di mettere ordine nelle procedure contabili e di conoscere l’esito dell’indagine interna avviata dal San Matteo sul passivo conclusa il 31 luglio che ha evidenziato, tra l’altro, l’assenza di un sistema contabile funzionante, cosa che avrebbe reso impossibile la certificazione del debito. La Regione aveva anche dato mandato a un Nucleo di controllo contabile della Direzione generale Salute di avviare una verifica amministrativa contabile.

Ma perché il San Matteo ha speso quasi 46 milioni di euro in più rispetto a quelli previsti? A maggio il presidente Moneta sui 32 milioni di negativo del bilancio 2013 aveva spiegato che avevano inciso la realizzazione del Dea e l’aumento di costi del personale. Inoltre, sostiene il policlinico, non ci sono debiti verso i fornitori esterni: i conti in rosso deriverebbero da un problema contabile tra Regione e San Matteo, frutto anche di assunzioni – 70 infermieri – autorizzate dalla Regione e poi mai pagate. Una questione che doveva risolversi con il decreto tombale di settembre con cui la Regione si faceva carico di pagare quel personale.

«Non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale» dice il direttore generale del San Matteo Angelo Cordone. Ma quali sono le ragioni del rosso in bilancio? «La passività iscritta nel bilancio 2014, atto dovuto, non è minimamente risalente alla gestione in corso che ha mantenuto un costante equilibrio di bilancio come ribadito anche dall'advisor contabile Kpmg. Le passività sono la somma di disequilibri di bilancio accumulatisi a partire dal 2000, la cui genesi è legata a procedure contabili non corrette che hanno determinato un aumento della posizione debitoria nei confronti della Regione. Tali passività sono attribuibili ad esercizi pregressi e a sistemi informativo-contabili non completamente implementati».

Che ruolo ha avuto il nuovo Dea sui conti del San Matteo? «L’apertura del nuovo ospedale ha comportato un impegno di tutta la direzione, che è riuscita a far completare i lavori bloccati per il fallimento dell’Ati (l’associazione di imprese che aveva vinto l’appalto, ndr), ad azzerare le riserve rivendicate per 14,5 milioni di euro dalle imprese e ad ottenere i collaudi tecnico e amministrativi. La rapidità del trasloco ha contenuto i cali di produzione dei primi mesi. Tra il 2011 e il 2014 i ricavi sono aumentati di 38 milioni di euro e la previsione di chiusura del 2015 conferma il trend positivo. La Fondazione ha sempre rispettato il pareggio di bilancio. L’avvio del nuovo ospedale ha comportato nel 2014 un incremento di costi per 13 milioni di euro, in relazione ai quali ha ricevuto un contributo regionale.

Nel corso del 2015 i costi di gestione della messa a regime del Dea sono in fase di quantificazione, ma in diminuzione del 20%. Il San Matteo, di comune accordo con la Direzione generale Welfare ha provveduto a una puntuale ricognizione delle passività avvalendosi di un advisor contabile. Della ricognizione puntuale è stato dato riscontro alla Regione e questa direzione ha iscritto in bilancio passività non riconducibili alla propria gestione, come la dottrina contabile impone. Di comune accordo con la Regione, abbiamo avviato azioni per implementare un sistema contabile che consenta una puntuale rappresentazione della situazione della Fondazione».

Come si è evoluta la situazione negli anni? «Il bilancio 2014, in equilibrio per la gestione propria e comprensivo delle passività accumulate negli esercizi precedenti non è ancora approvato dalla Regione. Nel 2014 i ricavi ammontano a 393 milioni di euro e rispetto agli anni precedenti si è registrato un aumento significativo. Nel 2011 erano 355 milioni. I costi di gestione sono pari ai ricavi. Al momento attuale la gestione economica rispecchia l'equilibrio di bilancio, così come dettato dalle norme. A questa gestione nulla può essere imputato se non il fatto di aver evidenziato una situazione pregressa». 

 

Il balletto del commissariamento del San Matteo ha fatto anche slittare a martedì le nomine dei manager della Sanità e dei Cda degli Irccs lombardi, domani saranno approvate quelle delle Asst (le nuove Asl) e Ats (i nuovi ospedali). Oggi invece Maroni presenterà la bozza delle nomine a Forza Italia e Ncd dopo giorni di trattative politiche. E spunta l’ipotesi di ripescaggio anche per i super manager bocciati al quizzone.

di Anna Ghezzi

Fonte: La Provincia Pavese - 18 dicembre 2015

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