Professionisti sanitari: la proposta di S. Proia

Professionisti sanitari: la proposta di S. Proia

Professionisti sanitari: la proposta di S. Proia

I nuovi eroi sono le migliaia di medici, infermieri e altri professionisti sanitari che sottorganico, con carichi di lavoro sempre più pressanti garantiscono giornalmente il nostro diritto alla salute; nuovi eroi sono quei medici e quegli infermieri che ultracinquantenni o ultrasessantenni sono presenti nei turni notturni e festivi per garantirci le cure e l’assistenza; nuovi eroi sono quei giovani professionisti della salute precari, con contratti flessibili co.co.co., co.co.pro o false partite iva o peggio nelle c.d. cooperative sociosanitarie, sottopagati, senza diritti, senza la certezza di un futuro professionale operano nell’emergenza e nei settori più strategici della sanità: sono i guerrieri dell’unica guerra che sia giusto combattere : quella contro le malattie, gli infortuni, per una vita migliore e più lunga.

Sarebbe ormai ora che ai nostri eroi la “Repubblica” offrisse una risposta più adeguata che partisse dalla considerazione che la risorsa umana e professionale che opera per la tutela della salute costituisce la centralità strategica per l’attuazione dei principi dell’articolo 32 della Costituzione e della conseguente legge 833/78 di attuazione e, a tal fine, ne promuovesse e garantisse la valorizzazione e la partecipazione alle scelte di programmazione sanitaria e sociosanitaria a livello nazionale e regionale.
“I have a dream” che il Governo nazionale e le Regioni con coraggio valutino ed approfondiscano le incongruenze dell’attuale stato giuridico della dirigenza medico e sanitaria del Ssn e complessivamente di tutte le professioni sanitarie sia a rapporto di dipendenza che a convenzione.

La prima è la loro specialità e diversità rispetto agli altri comparti pubblici, non solo perché hanno come missione l’attuazione di un diritto garantito costituzionalmente, ma per la peculiarità dell’organizzazione del lavoro che esula dai canoni classici del pubblico impiego e del fatto che siano costituite da sette professioni con laurea magistrale e specializzazione post laurea e ventidue professioni con laurea, tutte con uno specifico ed autonomo ambito professionale, continuamente soggetto all’evoluzione scientifica e tecnologica: per questo sarebbe giusto ed opportuno riconoscere ai medici ed a tutte le professioni sanitarie la condizione di categoria speciale di questo comparto rispetti agli altri della P.A., come del resto è stato già fatto per altri (Giustizia, Sicurezza p.e.).

La seconda incongruenza è la presenza di distinte e non comunicanti sedi negoziali (dirigenza medica, dirigenza sanitaria, comparto, medici ed altre professioni a convenzione) e la necessità, invece, di prevedere una sede negoziale unitaria ed unificante (propedeutica ai successivi momenti contrattuali specifici per tipologia di lavoro) nella quale le scelte di programmazione sanitaria nazionale e regionale, che verranno adottate dal Patto per la Salute e/o dai Piani sanitari nazionali e regionali, possano trovare una loro declinazione, condivisione, comprensione e, se del caso, valorizzazione ed arricchimento, dai professionisti produttori di salute che dovranno quotidianamente attuarle.

La terza incongruenza è la contraddizione nell’accesso nel Ssn dei medici e degli altri professionisti con laurea magistrale ai quali, pur essendo abilitati all’esercizio della professione, è consentita l’assunzione solo dopo l’acquisizione di una specializzazione post laurea, questo se è grave per i medici diviene drammatico per le altre professioni; le Aziende, nel tempo, a questa incongruenza hanno ovviato con l’attivazione di forme di precariato con rapporti di lavoro flessibili stante la necessità che anche di tale laureati ve ne sia necessità.

Auspicando “un ritorno al futuro" sarebbe quanto mai opportuno che possano entrare nel mercato del lavoro sanitario con rapporto di dipendenza medici ed altri professionisti con laurea magistrale ai quali progressivamente potrebbero esser date competenze sempre più corrispondenti alla verificata capacità professionale acquisita nel Ssn, nei fatti una modalità parallela alla prevista formazione specialistica universitaria, ma svolta e gestita dal Ssn e contrattualizzata.
Ne conseguirebbe il superamento della quarta incongruenza cioè la generalizzazione (ormai dell’attribuzione della qualifica dirigenziale a tutti i medici ed agli altri professionisti con laurea magistrale, riconoscendo, invece, uno specifico comparto contrattuale di professionisti al cui interno possano essere affidati incarichi dirigenziali o di coordinamento a tempo verificabili, confermabili o revocabili, sulla base di norme stabilite centralmente).

Si tratterebbe, quindi, di modificare la vigente normativa istituendo il comparto negoziale speciale, distinto dagli altri comparti previsti per la negoziazione contrattuale del pubblico impiego e sottoposto a confronto con il tavolo negoziale delle regioni e delle Province autonome, dei professionisti produttori di salute, comprendente sia il personale con contratto di lavoro dipendente che il personale con rapporto di lavoro convenzionale con la seguente articolazione contrattuale:

  • Accordo quadro unitario e comune per l’omogeneizzazione e l’adeguamento dell’organizzazione del lavoro alle scelte programmatorie determinate dal Patto per la Salute e dai Piani Sanitari Nazionali e Regionali;
  • Accordo collettivo nazionale riguardante i medici e le altre categorie dei veterinari, degli odontoiatri, dei farmacisti, degli psicologi, dei chimici, dei farmacisti e dei fisici, per il cui esercizio professionale sia richiesta la laurea magistrale e/o la specializzazione post laurea nella disciplina specifica:
  • Accordo collettivo riguardante i medici e gli altri professionisti a regime convenzionale, ivi compresi i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta.
  • Accordo collettivo nazionale riguardante i professionisti della salute per il cui esercizio professionale sia richiesta la laurea e/o percorsi universitari successivi.

Si potrebbe proporre la seguente articolazione per i professionisti produttori di salute del Servizio sanitario nazionale appartenenti ai sopra ipotizzati accordi negoziali:

  1. professionisti, per i quali sia richiesto il diploma di laurea;
  2. professionisti con competenze avanzate e/o specialistiche, per i quali sia richiesta una formazione successiva alla laurea e/o un’esperienza pluriennale acquisita e verificata nella specifica area;
  3. professionisti senior, per i quali sia richiesta il diploma di laurea magistrale nella specifica professione ed ai quali potrebbe essere prevista una formazione complementare o specialistica successiva alla laurea magistrale, svolta anche in ambito ospedaliero secondo predefiniti percorsi didattici, e/o un’esperienza pluriennale acquisita e verificata nella specifica area e/o disciplina;
  4. professionisti per i quali sia richiesto il diploma di laurea magistrale interprofessionale per le funzioni di direzione e/o coordinamento dei servizi o di docenza nei rispettivi corsi di laurea;

professionisti laureati magistrali in possesso di ulteriore formazione per i quali sia richiesta una formazione specialistica universitaria post laurea e/o un’esperienza pluriennale acquisita e verificata nella specifica area e disciplina, secondo percorsi didattici predefiniti ed equivalenti a quelli universitari, svolti in ambito ospedaliero.

Ai professionisti con laurea magistrale potrebbero essere conferiti incarichi professionali nella specifica area e/disciplina, dirigenziali e gestionali, secondo l’articolazione da prevedere nella contrattazione collettiva nazionale e secondo la graduazione da stabilire negli Atti Aziendali, di durata almeno triennale confermabili o revocabili.
Analogamente agli altri professionisti con laurea triennale abilitante potrebbero essere conferiti incarichi professionali, di coordinamento e dirigenziali (nel rispetto di master o laurea magistrale previsti quali requisito), secondo l’articolazione prevista dalla contrattazione nazionale e la graduazione stabilite dagli Atti Aziendali, di durata almeno triennale, confermabili o revocabili.

Le modalità di conferimento e di verifica di quanto sopra potrebbero essere stabilite con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero della Salute e con uno o più Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri potrebbe essere adeguata la vigente normativa concorsuale del personale del Ssn alle sopradescritte modifiche dello stato giuridico.
Un impianto contrattuale e un nuovo stato giuridico potrebbero rimotivare maggiormente i professionisti sanitari e renderli più partecipi alle sfide di ammodernamento dei nostro Ssn, favorendone la condivisione e la compartecipazione alle scelte strategiche dei produttori di salute.
Chissà se questo rimarrà un sogno di inizio estate o possa divenir realtà?
 
Saverio Proia

Fonte: Quotidiano Sanità - 18 giugno 2014

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