Un tavolo tecnico sulla sanità pavese

Un tavolo tecnico sulla sanità pavese

Un tavolo tecnico sulla sanità pavese

Un tavolo tecnico permanente per testare la situazione della sanità in provincia di Pavia: un luogo in cui possano confrontarsi periodicamente i direttori generali dei tre Irccs (San Matteo, Maugeri e Mondino), Ats (l'ex Asl), Asst (l'ex Azienda ospedaliera) e Asp (l'Azienda che gestisce Pertusati, Santa Margherita e centro Gerolamo Emiliani) e i rappresentanti sindacali. A lanciare la proposta è stato Mimmo Galeppi, segretario generale della Uil Fpl di Pavia, a conclusione del convegno svoltosi venerdì 26 maggio al Santa Margherita.

Titolo dell'incontro (organizzato dalla Uil) era "L'evoluzione del sistema socio sanitario lombardo. Quali ricadute per il nostro territorio?". Un appuntamento che è servito per fare il punto sullo stato di salute di un comparto cruciale per la nostra provincia. "La sanità - ha ricordato Galeppi - occupa un ruolo centrale nell'economia di Pavia, contribuendo da sola a produrre il 60 per cento del Pil provinciale. Gli addetti del settore sono quasi 11mila, ai quali se ne devono aggiungere altri duemila che lavorano nelle case di riposo. Sono numeri che si commentano da soli. Gli operatori della sanità pavese vogliono attuare la riforma introdotta dalla Regione: ma perchè questo accada, deve esserci una piena collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. Ecco perchè sarebbe davvero importante avviare un tavolo permanente, che ci consenta di monitorare costantemente la sanità pavese, individuandone i problemi e cercando tutti insieme di risolverli".

Al convegno è intervenuto Giulio Gallera, assessore al welfare di Regione Lombardia. "La riforma del sistema socio sanitario lombardo produce un cambio culturale che comporta, come conseguenza, la fatica di lavorare insieme - ha spiegato Gallera - E' un percorso necessario se vogliamo garantire cure più appropriate ai malati cronici, la cui presenza è in continuo aumento, rispettando i vincoli di sostenibilità economica dai quali oggi non si può più prescindere. La provincia di Pavia, con le sue competenze e la presenza di ospedali d'eccellenza, può rappresentare un laboratorio ideale dove verificare la concreta applicazione delle nuove regole".

“San Matteo e Maugeri resteranno Irccs”

Nel corso del convegno sono state date notizie importanti sul futuro della sanità a Pavia e nel territorio.

Nunzio Del Sorbo e Paolo Migliavacca, direttori generali di San Matteo e Maugeri, hanno confermato che i due ospedali continueranno a essere Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) anche nei prossimi anni: i tagli lineari operati da Governo e Regione non condizioneranno gli investimenti previsti in tema di ricerca scientifica.

Anna Pavan, direttore generale dell'Ats, ha anticipato che nei prossimi mesi potrebbe essere in parte rivista l'organizzazione e il funzionamento del servizio di Guardia Medica, che continua a essere utilizzato troppo pcoo dai pavesi.

Laura Canale, assessore di Pavia, ha garantito l'impegno del Comune a schierarsi al fianco delle principali istituzioni sanitarie per promuovere iniziative per la salute dei cittadini: "Penso naturalmente agli anziani, ai malati cronici e ai disabili, ma anche ai giovani: riflettiamo sui pericoli a cui vanno incontro per la dipendenza da smartphone, oggi sempre più diffusa".

Maurizio Niutta, direttore generale dell'Azienda servizi alla persona, ha spiegato che "la legge di riforma del sistema socio sanitario lombardo sembra tagliata su misura per una realtà come l'Asp di Pavia, che già da tempo si sforza di integrare i servizi per offrire le migliori cure ai propri assistiti, senza trascurare mai i criteri di sostenibilità economica. E' necessario dare risposte certe alle domande dei cittadini: e questo può avvenire solo se si valorizza il personale, sia a livello economico sia rendendolo partecipe delle scelte aziendali. E' il percorso che seguiamo da tempo nell'Asp di Pavia: una strada che da anni ci consente di chiudere il bilancio con numeri positivi".

La riforma introdotta dalla Regione comporterà un nuovo impegno da parte dei medici di famiglia, che saranno chiamati a unirsi tra di loro in cooperative per garantire un servizio di assistenza continuativa ai pazienti cronici: l'obiettivo è evitare ricoveri e accessi in ospedale inappropriati. "Ma non illudiamoci che con questo nuovo sistema si svuotino i pronti soccorso, che continueranno ad essere affollati - ha affermato Giovanni Belloni, presidente provinciale dell'Ordine dei medici -. In realtà la riforma ha diviso la classe medica, tra favorevoli e contrari. Quanto alle liste d'attesa troppo lunghe negli ospedali, è un problema che non può essere imputato ai medici ma riguarda l'organizzazione delle strutture".

di Alessandro Repossi

Fonte: Il Ticino - 2 giugno 2017

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