San Matteo: Reparti pediatrici, mancano almeno 16 infermieri

San Matteo: Reparti pediatrici, mancano almeno 16 infermieri

San Matteo: Reparti pediatrici, mancano almeno 16 infermieri

Troppi pazienti e pochi infermieri a patologia neonatale, Chirurgia pediatrica ancora chiusa di notte e i bimbi operati ricoverati in Pediatria dove però gli infermieri sotto organico sono costretti a turni massacranti.

E spesso in pronto soccorso pediatrico, dove manca il secondo infermiere per il triage il pomeriggio e la notte, capita che i genitori non trovino nessuno ad accoglierli perché l’unico infermiere presente sta già visitando.

Il segretario provinciale Uil Funzione pubblica Susanna Cellari ha scritto alla direzione sanitaria del San Matteo mettendo in evidenza come la situazione del blocco pediatrico necessiti un «intervento immediato» per garantire «la sicurezza del personale e la garanzia del recupero psicofisico per assicurare che non si verifichino errori dati da stanchezza che si ripercuoterebbero sugli stessi assistiti».

Mancano 16 infermieri rispetto a quanto stabilito per garantire assistenza ai pazienti e riposo al personale ma, spiega Cellari, «nonostante le assunzioni in corso, non sono previste assegnazioni» al blocco epdiatrico. «In terapia intensiva neonatale - spiega Cellari - sono accreditati 8 posti letto ma sono ricoverati sempre più pazienti, ora 13.

Lì e in patologia neonatale dovrebbero esserci 45 infermieri, invece ce ne sono 37 di cui 4 in inserimento e 7 non ancora autonomi: significa turni massacranti e un singolo riposo, spesso non rispettato perché nei giorni di smonto c’è la reperibilità per il trasporto neonatale. E di notte questi infermieri aiutano al nido e quindi in terapia intensiva neonatale resta un solo infermiere».

In più, spiega Cellari, «la chirurgia pediatrica doveva riprendere l’attività sulle 24 ore a gennaio mentre nulla è stato fatto per riattivare quello che dovrebbe essere l’hub provinciale».

Infine il pronto soccorso pediatrico: «Non solo mancano almeno 3 infermieri - spiega Cellari - ma i locali non sono adeguati ad accogliere i piccoli e i loro genitori in particolare in peridodi come questo di sovraffollamento».

Fonte: La Provincia Pavese - 28 gennaio 2017

 

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