Azienda Ospedaliera: «Noi ausiliari sottopagati e sfruttati»
In assemblea la rabbia dei lavoratori della coop: «Adibiti alle pulizie, ma ci fanno curare i malati». Verso lo sciopero.
Sottopagati, sfruttati, presi tra l’incudine dei capisala che ordinano di svolgere mansioni di assistenza ai malati che non gli spetterebbero e il martello del datore di lavoro - la coop Opera Servizi - che li richiama al rigido rispetto del contratto, pena multe e sanzioni disciplinari (alla terza scatta il licenziamento), gli ausiliari ospedalieri non ce la fanno letteralmente più.
Ieri all’assemblea con i sindacalisti (oggi dalle 10 a mezzogiorno la replica a Vigevano) è andata in scena tutta la loro rabbia per una situazione all’apparenza senza via d’uscita. Sandro Vaccari, Cisl, e il collega Gattone, Silvia Mattoteia (Uil) e Giancarla Molinari (Cgil) raccolgono il dossier delle lamentele e delle (per ora presunte) violazioni contrattuali - le stesse dell’accertamento dell’Ispettorato del lavoro il cui esito ancora non si conosce - in vista dell’incontro con l’ufficio infermieristico dell’Azienda da mettere con le spalle al muro.
Si comincia con la Medicina di Voghera, dove a 21 pazienti immobilizzati a letto devono badare solo un infermiere e un’ausiliaria; a Traumatologia, è successo che a un’ausiliaria neoassunta e quindi del tutto inesperta siano state affidate le incombenze di personale già qualificato e rodato. All’ospedale di Stradella, secondo un’altra testimonianza, in ogni reparto è ormai un’abitudine affidare agli ausiliari adibiti alle pulizie anche compiti di assistenza ai malati. «Adesso succede così anche a Medicina. Nessun ordine scritto, si sono limitati ad affiggere in cucina una copia del capitolato d’appalto».
Agli ausiliari del Torchietto di Pavia capita di dover trasportare col pullmino malati psichiatrici, talvolta un solo operatore per otto soggetti afflitti da patologie anche gravi: qualche giorno fa uno di questi ha avuto una crisi durante il trasferimento al San Matteo ed è intervenuto il 118. Ma in caso di incidenti stradali, chi risponde? «Dovevo andare a lavorare a Varzi – racconta un’altra ausiliaria – ormai sembrava tutto fatto, ma la sera mi ha chiamato un’addetta della coop per spiegarmi che il posto era andato a un’altra, evidentemente raccomandata».
Resta ancora in canna, intanto, l’arma dello sciopero. Il sindacato sa che è dura chiedere di rinunciare anche a un solo giorno di paga a gente che lavora più di cento ore al mese per portare a casa tra i 500 e i 700 euro. Prima di proclamarlo, si cercherà di raggiungere almeno il 50% di adesioni tra gli ottanta ausiliari (una trentina a Voghera, più o meno altrettanti a Vigevano).