Azienda Ospedaliera. Appalto Opera Servizi: tensione in ospedale ausiliari tra sciopero e ricorsi al giudice
«La schiavitù è stata abolita. Ma all’ospedale di Voghera?».
Rabbia e voglia di non rassegnarsi tra i novanta ausiliari in guerra con la cooperativa Opera Servizi che da gennaio gestisce il servizio alberghiero e quello socio-assistenziale negli ospedali provinciali.
Ieri pomeriggio in sala formazione l’assemblea con il sindacato che è servita per mettere a punto la strategia di lotta. Ribadito il via libera allo sciopero, in data ancora da definire, una sorta di colpo in canna da sparare al momento opportuno; poi la valanga di ricorsi al giudice di pace per contestare il contratto proposto dalla coop, un «accordo-capestro che demansiona e sottopaga il personale», stipendi di 600 euro al mese inferiori anche a quelli che corrispondeva Manutentcoop, la società rimpiazzata dalla romagnola Opera Servizi; il mandato agli uffici legali del sindacato perchè verifichino la congruità e regolarità dei contratti (anche se sembra da escludere la possibilità di un ricorso al Tar, costoso, dai tempi lunghi e dall’esito comunque incerto).
Infine, le ispezioni richieste all’Ispettorato del lavoro e all’Asl per una serie di violazioni alle normative di sicurezza, fino al paradosso dei guanti di protezione distribuiti in ritardo e soggetti a frequenti rotture, e alle scarpe anti-infortunio che in alcuni reparti nessuno ha mai visto. Una situazione pesante. Gente esasperata, ma anche preoccupata di perdere il posto e quei pochi maledetti euro. A dettare la linea i sindacalisti della funzione pubblica Silvia Mattoteia, Uil, in concerto con Cisl, e Cgil.
Emergono le criticità, i problemi, le vessazioni vissute in corsia, le minacce più o meno larvate di ritorsioni. «Raccontateci subito i torti che subite e quelle che vi sembrano violazioni al contratto», raccomandano i sindacalisti. Si punta a mettere insieme un vero e proprio dossier di denuncia nei confronti di Opera Servizi, il cui atteggiamento nella trattativa viene considerato incomprensibile.
Sul piatto della bilancia, anche il diario giornaliero di chi nei reparti lavora e spesso non se la sente di negarsi se gli vengono chieste cose che non fanno parte del suo mansionario, preso tra l’incudine del ricatto e il martello dei rapporti comunque da mantenere con i colleghi.
di Roberto Lodigiani
Fonte: La Provincia Pavese - 18 febbraio 2015